Leadership

by Toni Montevidoni Toni Montevidoni Nessun commento

Sono IO il leader!

In privato ci chiediamo spesso “Perchè i miei collaboratori non mi seguono?”, “Quando mi guardano capisco che non mi stimano!?”, “E’ possibile che devo ripetere sempre le stesse cose??!!”, ma in pubblico non perdiamo occasione per dimostrare che “Sono IO il leader”.

“Quando il miglior leader avrà portato a termine il suo lavoro, i suoi collaboratori diranno “L’abbiamo fatto da soli””

Lao-Tsu

Come spesso accade, ci facciamo le domande più comode e non quelle che potrebbero aiutarci a migliorare. Anzi, a ben vedere, facciamo del tutto per mantenere intatto il personaggio che ci siamo costruiti in azienda, “proteggendolo” da ogni forma di critica, interna ed esterna.

Crisi della Leadership
Gallup 2016 survey & McKinsey & Co & ATD

Almeno il 77% di noi leader aziendali riteniamo, infatti, di essere dei buoni leader e di saper coinvolgere e motivare i nostri collaboratori. La realtà è che 82 volte su 100 ci sbagliamo.

Non solo! La maggior parte dei nostri collaboratori, ben 2 su 3, rinuncerebbero ad un aumento di stipendio pur di vederci sparire dalla circolazione! Siamo riusciti a motivare davvero solo il 13% dei nostri collaboratori, mentre 1 su 4 rema apertamente contro e tutti gli altri lo fanno solo perchè lo devono fare.

82 volte su 100 ci sbagliamo!

Si vabbè Tò, questo lo immaginavo! Magari dammi qualche idea per cambiare.

Ok, calma. Capisco di aver colpito nel vivo, ma tanto ci riguarda tutti. Anch’io ero sicuro, da coach esperto e rampante imprenditore, di avere una leadership ammaliante per tutti i miei 80 collaboratori (per alcuni anni ho gestito 3 aziende contemporaneamente), ma dopo aver letto questa ricerca il mio EGO ha cominciato a fischiettare ed è andato a farsi un giro 😉

Fate altrettanto, ovvero chiudete il vostro EGO nel ripostiglio, almeno per i prossimi 2 minuti, e proviamo a vedere alcune piste di lavoro.

Mettete il vostro EGO nel ripostiglio

Ecco 3 ambiti di lavoro per recuperare la nostra capacità di leadership:

  • Presenza
  • Altruismo
  • Compassione.
Presenza

Gli anglosassoni parlano di Mindfulness, ma l’importante è che ci intendiamo. Abbiamo bisogno di essere pienamente consapevoli di cosa esattamente dobbiamo gestire, focalizzati sul “qui ed ora”.

Quando parliamo con le persone, collaboratori, partner o clienti che siano, proviamo ad essere concentrati esattamente su quello che stanno dicendo ….e sul non detto, che è ancora più rivelatore.

Esattamente il contrario di quello che ci hanno raccontato sul multitasking!

“Se non sei pienamente Presente, stai sprecando il tuo tempo e quello di tutti gli altri”

Dominic Barton – Global Managing Partner MCKinsey
Altruismo

Io, IO, IOOOO! Se continuiamo a far gestire la nostra azienda dal nostro EGO, quando prendiamo le decisioni o semplicemente quando parliamo, la nostra pressione sanguigna aumenta. E’ inutile che mangi tutto senza sale!

Proviamo ad usare la presenza per ascoltare i nostri collaboratori, per imparare i termini usati, per aggiornarci sulle novità e per essere i primi ad iniziare le frasi con il NOI.

Ed infine ricordiamo che l’EGO ci rende prevedibili, manipolabili, suscettibili, ci altera il comportamento, riduce la visione…. aumenta la pressione e ci fa venire la cellulite!! Adesso fate come vi pare 😉

“Se ci prendiamo cura dei nostri collaboratori, loro si prendono cura dei nostri ospiti, ed il business va avanti da solo”

Arne Sorenson – CEO Marriott
Compassione

Senza scomodare ogni volta JFK, quando parliamo con i nostri collaboratori, invece che pensare a cosa dobbiamo dirgli, proviamo a chiederci “Cosa posso fare per essergli/le di supporto?”. Proviamo ad essere gentili con loro, a ringraziali per quello che fanno.

Ricorda che la loro motivazione non dipende dallo stipendio ed alle altre motivazioni estrinseche (rinuncerebbero persino all’aumento pur di vederti scomparire….. a volte!), ed allora non basta pagargli lo stipendio per ottenere la loro stima ed il loro impegno.

Servono relazioni forti, apertura mentale, far sentire loro la fiducia e renderla imprescindibile nella nostra cultura aziendale, dobbiamo essere leali con loro.

Non confondiamo il fuoribusta a Natale, e l’atteggiamento paternalistico, con la gentilezza, l’attenzione ai particolari ed ai loro problemi, la voglia di metterci a loro disposizione per essere noi di aiuto a loro.

“Il compito della leadership non è mettere la grandezza nell’umanità, ma farla emergere, perché la grandezza è già lì”

John Buchan
by Toni Montevidoni Toni Montevidoni Nessun commento

Umiltà: la chiave nelle aziende post covid

E se diventi farfalla nessuno pensa più a ciò
che è stato quando strisciavi per terra e
non volevi le ali.

Alda Merini

Possiamo abbracciare la trasformazione quando è possibile, senza aspettare che …. non sia più evitabile! Per certi versi noi leader aziendali siamo ancora in tempo, soprattutto se gestiamo aziende piccole ed agili, a cogliere questa era post (mica tanto) Covid come una profonda opportunità. Si è vero, siamo appena all’inizio della seconda fase pandemica e gli effetti economici più rilevanti devono ancora farsi vedere del tutto. Abbiamo pochi mesi per capire cosa è già cambiato e come si dovrà adeguare il nostro modo di condurre l’azienda.

Ma facciamo un passo indietro. Come è stato detto spesso, le nostre organizzazioni e la cultura che le sorregge, hanno impiegato solo 6 settimane per realizzare cambiamenti che normalmente avvengono in azienda in non meno di 6-7 anni! Cambiamenti profondi che hanno già modificato la scocca dei nostri business, ma sentiamo che stanno cambiando anche il motore, la centralina e l’impiantistica.

Ma quali sono esattamente le cose che stanno cambiando ed a cui, come leader aziendali, dobbiamo prepararci? Un recente studio svolto a livello mondiale, ci aiuta a trovare le principali risposte.

Per quanto riguarda l’organizzazione, il focus si è spostato così:
Cultura PRE CovidCultura POST Covid
Performance
(orientamento al risultato, obiettivi, stabilità finanziaria)
Bisogni che cambiano
(adattabilità, agilità, competenze digitali)
Allineamento all’azienda
(responsabilità, impegno, motivazione, lavoro di squadra)
Collaboratori al centro
(benessere organizzativo, cura, equilibrio casa/lavoro)
Procedure
(burocrazia, controllo, riduzione dei costi)
Lavorare insieme
(lavoro di squadra, collaborazione, condivisione delle informazioni)
Cultura Organizzativa Pre e Post Covid Fonte: Barrett Value Center

Abbiamo capito, quindi, che l’orientamento al risultato, la gestione performante degli obiettivi sono fondamentali, come sempre, ma meno importanti della capacità di adattarsi alle condizioni che cambiano, ad avere un’organizzazione snella e capace di riformulare rapidamente le nuove priorità, tenendo conto dei vincoli e delle risorse a disposizione.

Ancora riusciamo a mettere le persone al centro, ma tra i clienti ed i nostri collaboratori ci è più chiaro l’ordine delle priorità. I collaboratori che stanno bene fisicamente e godono anche di una forte attenzione da parte del datore di lavoro che supporta il benessere organizzativo, come abbiamo visto, sanno assumersi le loro responsabilità, con impegno, con forte spirito di squadra e di appartenenza all’azienda, spesso anche con capacità di automotivazione!

Infine, anche se nelle PMI siamo molto più allenati a farlo perchè siamo spesso in pochi, e quindi multitasking, abbiamo realizzato tutti che le procedure, il controllo e la forte attenzione alla riduzione degli sprechi e dei costi, sono caratteristiche che hanno anche i nostri team operativi se sappiamo coinvolgerli nel processo decisionale, se condividiamo le informazioni e la visione, se riusciamo appieno a vivere la fiducia!

In poche settimane l’ordine dei valori in azienda è stato completamente stravolto. In una scala di 100 punti balzano alle prime posizioni, saltando circa 50 posizioni, valori come:
  • Capacità di gestire lo stress
  • Agilità personale
  • Condivisione delle informazioni
  • Resilienza
  • Salute dei collaboratori
  • Sicurezza

Ve ne siete accorti? Avete riconosciuto qualcosa?

…..eh si!

Molti di quelli che oggi sono riconosciuti come nuovi valori in azienda, in realtà sono competenze emotive! Vi ricordate, ne abbiamo parlato in questo articolo pochi giorni fa. Vi siete già dati un’autovalutazione sulle 26 competenze emotive?

Cominci a capire la direzione da prendere, vero!?

Vedo che le tue sinapsi hanno già identificato una serie di cose da fare prima di subito, ma aspetta che ti dia un ultimo spunto.

E secondo te, quindi, cosa si aspettano i tuoi collaboratori da te?
Beh, ormai non è difficile intuirlo:
  • Una Visione condivisa, non solo spiegata, che chiarisca il WHY
  • un percorso di sviluppo delle capacità di leadership, le tue e le loro
  • la capacità di guidare con l’esempio concreto ed allineato ai valori
  • una prospettiva di medio-lungo periodo
  • una piattaforma di valori condivisi, e non solo enunciati
  • Trasparenza ed una comunicazione aperta

Tutto ciò ci chiarisce il nuovo paradigma in cui siamo già entrati, e soprattutto il nostro ruolo di titolari di azienda. E’ un profilo che modula gli stili di leadership, che si adatta alle fasi vissute dall’azienda ed alle diverse situazioni, e quindi si sgancia definitivamente dalla figura del BOSS che tutto sa, tutto decide…. e non deve chiedere mai! Anzi, a ben vedere molti studi parlano già dell’umiltà come della caratteristica veramente distintiva dei leader post Covid. Persone capaci di guardare con curiosità alle novità emergenti, consapevoli di tutto quello che NON sanno, abituati a porre ed a porsi delle domande, che apprendono continuamente.

I Leader umili sono più capaci di gestire le novità organizzative, i nuovi valori e le nuove esigenze portate dal Covid dentro le aziende

Proviamo a riassumere….
le nuove priorità strategiche sono (ripetete con me!):

  1. Coinvolgimento ed ingaggio dei collaboratori
  2. Innovazione nell’organizzazione
  3. Apprendimento continuo delle competenze emotive
  4. Comunicazione aperta e trasparenza
  5. Umiltà

Da quale punto vuoi partire?
Quello sul quale “….sono aaaaanni che sta roba la facciamo”!?
O sei abbastanza coraggios* da partire dal punto in cui il margine di miglioramento è maggiore?
Beh decidi in fretta. Non abbiamo molto tempo da perdere.
Dobbiamo decidere a cosa dare priorità nell’ultimo trimestre dell’anno, perchè sarà l’ultimo con gli ammortizzatori e per il recovery fund dovremmo aspettarne almeno altri 2 o 3.

Nei prossimi articoli parleremo anche dei diversi stili di leadership e come allenarci a saperli usare quando servono!

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