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by Toni Montevidoni Toni Montevidoni Nessun commento

E se le piccole imprese potessero innovare meglio delle grandi?

Ci hanno insegnato che, per compiere profonde innovazioni nell’ambito aziendale, c’era bisogno di ingenti investimenti, oltre che della visione strategica di un nuovo futuro. Le grandi aziende, paradossalmente, potevano produrre nuovi trend semplicemente perché utilizzavano il marketing per stimolare nuovi bisogni e, perché no, lanciare nuove mode. In realtà tutto ciò è ancora vero e l’influenza esercitata dalle grandi aziende sui nostri stili di consumo e sulle nostre scelte aziendali e solo più sottile, a volte impercettibile.

D’altra parte è vero che il Covid ci ha abituato a non dare nulla per scontato, ed a ritenere che, anche le più radicate delle abitudini, possano cambiare da un giorno all’altro. Senza preavviso, senza potersi preparare, e tanto meno senza la possibilità di produrre quel cambiamento, neanche con ingenti investimenti. La percezione della velocità dei cambiamenti, che abbiamo dovuto digerire, è molto più legata all’immediatezza, che a un processo di cambiamento programmato e condotto fase per fase. 

Questo non vuol dire che le micro e piccole aziende siano sempre più propense al cambiamento.

Nell’epoca dell’innovazione digitale hanno solo meno da perdere. Hanno molti meno manager da convincere, a volte nessuno, e meno processi da gestire. 

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Ci hanno insegnato che, per compiere profonde innovazioni nell’ambito aziendale, c’era bisogno di ingenti investimenti, oltre che della visione strategica di un nuovo futuro. Le grandi aziende, paradossalmente, potevano produrre nuovi trend semplicemente perché utilizzavano il marketing per stimolare nuovi bisogni e, perché no, lanciare nuove mode. In realtà tutto ciò è ancora vero e l’influenza esercitata dalle grandi aziende sui nostri stili di consumo e sulle nostre scelte aziendali e solo più sottile, a volte impercettibile.

D’altra parte è vero che il Covid ci ha abituato a non dare nulla per scontato, ed a ritenere che, anche le più radicate delle abitudini, possano cambiare da un giorno all’altro. Senza preavviso, senza potersi preparare, e tanto meno senza la possibilità di produrre quel cambiamento, neanche con ingenti investimenti. La percezione della velocità dei cambiamenti, che abbiamo dovuto digerire, è molto più legata all’immediatezza, che a un processo di cambiamento programmato e condotto fase per fase. 

Questo non vuol dire che le micro e piccole aziende siano sempre più propense al cambiamento.

Nell’epoca dell’innovazione digitale hanno solo meno da perdere. Hanno molti meno manager da convincere, a volte nessuno, e meno processi da gestire. 

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Perché un imprenditore di successo dovrebbe assumere un Coach?

A volte, nel contesto business, non riusciamo a capire cosa un coach potrebbe fare per noi imprenditori. Abbiamo sempre in mente l’allenatore che urla ed indossa il cappellino con la visiera. Nonostante siano passate circa 4 decadi dall’applicazione della metodologia del coaching al mondo aziendale, ed i risultati mostrino come moltissime medie e grandi aziende abbiano interiorizzato il coaching con vere e proprie figure professionali che lavorano strutturalmente all’interno dell’azienda, ma anche come una mentalità da trasferire a tutti i propri leader aziendali, forse è proprio nelle piccole aziende che il coaching potrà dare i risultati migliori.

Le competenze in una multinazionale, ma anche in una media azienda che conta centinaia di collaboratori, sono spesso sufficienti per bilanciare i colpi di testa di un CEO. Ma quando ci troviamo in una piccola o micro azienda con 10-15 collaboratori, le convinzioni del titolare sono difficilmente sfidatili, senza il supporto di dati, elaborazioni ed analisi appropriate. In questi casi il business coach, ovvero il coach che lavora al fianco del titolare d’azienda, è l’unica persona che può fare la differenza. Read more

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